Da sempre i sogni affascinano l’uomo. Un tempo considerati messaggi divini, oggi sono letti come chiavi dell’inconscio grazie agli studi di Freud, Jung e alle neuroscienze. Scopriamo come interpretarli e perché possono aiutarci a conoscerci meglio.
Antiche civiltà credevano che i sogni fossero messaggi degli dèi. Nel Medioevo avevano valenze religiose, mentre dal Rinascimento si iniziarono a studiare razionalmente. Con Freud, a fine ‘800, diventano strumento scientifico per esplorare la mente.
Per Freud, i sogni rivelano desideri repressi.
Contenuto manifesto: ciò che ricordiamo.
Contenuto latente: ciò che realmente significa.
Attraverso condensazione, spostamento e censura onirica, l’inconscio si esprime simbolicamente. Interpretarli svela emozioni e conflitti nascosti.
Jung interpreta i sogni come messaggi del “Sé” e dell’inconscio collettivo.
Introduce gli archetipi universali (madre, eroe, ombra, saggio).
Il sogno, per lui, aiuta a riequilibrare la psiche e guidare verso l’individuazione, cioè la realizzazione personale.
I sogni parlano un linguaggio simbolico che può guidarci verso una comprensione più profonda di noi stessi. Che si segua Freud, Jung o le neuroscienze, ascoltare i sogni è un modo per avvicinarsi alla nostra verità interiore.
Freud, L’interpretazione dei sogni
Jung, Ricordi, sogni, riflessioni
Hobson, The New Science of Dreaming
Hall & Nordby, The Individual and His Dreams